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​​NFT e GAMING

Tra le industries in cui i non-fungible token (NFT) stanno vedendo la massima implementazione vi è indubbiamente quello del gaming. Le caratteristiche dei non-fungible token, tra cui la scarsità digitale, hanno reso e rendono tutt’ora gli NFT una tecnologia di grande interesse per tutti i player del mondo del gaming: dai developer alle gaming house, dai publisher sino ad arrivare ai players. 

L’implementazione degli NFT nei videogame sta vedendo molteplici sperimentazioni: NFT come oggetto di gioco, come avatar, skin o ancora come strumento per ricompensare i giocatori in una dinamica sempre più improntata al free-to-play o al play-to-earnUn boost enorme allo sviluppo dei c.d. NFT Game trae origine dall’ingresso di grandi realtà del settore moda e alla sempre maggior diffusione di dinamiche di gioco immersive caratteristiche del Web 3.0

L’utilizzo di tali strumenti, tuttavia, non è esente da rischi. Sono, infatti, molteplici gli aspetti che gli operatori del settore devono tenere in considerazione. Ad ogni implementazione, con le sue specifiche caratteristiche, conseguono differenti ramificazioni economiche, legali e normative.

L’assenza di un framework giuridico ad hoc non significa “NO RULES”. È vero, infatti, che in Italia – ad oggi – non sussiste una normativa ad hoc sulla caratterizzazione giuridica o sul trattamento normativo dei non-fungible token, ma è altrettanto vero che ciò non significa che la creazione, l’immissione nel mercato, l’offerta, la commercializzazione e la vendita di NFT avvengano in uno scenario di vuoto giuridico. Sussiste, difatti, un corpus normativo consolidato che disciplina strumenti con caratteristiche e finalità assimilabili a quelle degli NFT, con la conseguente possibilità di applicare le leggi ed i regolamenti già esistenti.

Quali sono, dunque, le legal challenges per gli operatori del settore gaming?

Determinare il perimetro operativo degli NFT

I profili da attenzionare sono molteplici e derivano anzitutto dalla definizione del perimetro operativo degli NFT. Potendo gli NFT rappresentare un artwork, un personaggio di gioco, un elemento di gioco o persino il luogo di gioco (si pensi alle land), è necessario ricordare che così come le caratteristiche e le funzioni di ciascun NFT, anche i diritti che ciascun NFT porta con sé possono variare.

Di talchè è fondamentale che i soggetti che immettono nel mercato gli NFT abbiano ben chiaro quali diritti vengono ceduti o concessi in licenza con gli NFT. 

Una corretta definizione delle caratteristiche di un non-fungible token eviterà problematiche derivanti, ad esempio, a potenziali richieste di risarcimento da parte degli acquirenti per false o inesatte dichiarazioni sui diritti offerti. Parimenti, un acquirente di un NFT (e quindi generalmente un consumer) deve essere messo nelle condizioni di comprendere che cosa sta acquistando.

Ciò che rappresenta un NFT, quanto ci si aspetta che venga generato dalla sua vendita e persino se sia in grado di essere posseduto in modo frazionato, saranno in gran parte determinati dalla logica commerciale dell’emissione dello NFT. I fattori de quibus determineranno anche il contenuto delle condizioni contrattuali, dello smart contract e il quadro normativo applicabile.

L’acquisto di un NFT in un videogioco può, quindi, avere differenti significati. Ne deriva che developer e publisher possono (e dovrebbero) limitare o espandere i diritti associati agli NFT per soddisfare le loro esigenze e quindi (i) considerare attentamente quali diritti vogliono concedere ai gamers che acquisiscono gli NFT in gioco e (ii) chiarire ai giocatori esattamente quali diritti ottengono (e non ottengono) quando acquistano o acquisiscono in altro modo un NFT in gioco, in modo che non ci sia confusione su ciò che l’acquirente dell’NFT può o non può fare con l’NFT.

Gli aspetti di proprietà intellettuale

L’immissione nel mercato di un NFT comporta la necessità per i creator di essere in grado di controllare pedissequamente l’uso da parte degli acquirenti di qualsiasi diritto di proprietà intellettuale associato a un NFT. 

In altri termini, se un NFT contiene una proprietà intellettuale propria dello sviluppatore del gioco (come il marchio o i personaggi proprietari), lo sviluppatore deve determinare in che misura vuole concedere in licenza o mantenere i diritti su tale proprietà intellettuale e, viceversa, se l’acquirente dell’NFT in-game può avere bisogno di ottenere determinati diritti sulla proprietà intellettuale sottostante dell’NFT. 

Sia lato user, che lato developer, è pertanto necessario prestare attenzione a come e se i diritti di proprietà intellettuale vengono concessi in licenza attraverso la vendita e il successivo trasferimento del NFT, per garantire la protezione del marchio (compresi i rimedi efficaci in caso di uso improprio dei diritti di proprietà intellettuale) ed in generale la proprietà intellettuale del developer, da un lato, e per garantire che il consumer sia reso edotto di cosa sta acquistando e di quali diritti sono a questi attribuiti (logico è che se l’NFT è un oggetto di gioco, al giocatore deve essere concesso il diritto di utilizzare effettivamente quell’oggetto).

Non solo. I developer dovranno anche considerare quali diritti di proprietà intellettuale hanno (o devono acquisire) sull’asset digitale sottostante prima di creare NFT. Ad esempio, gli sviluppatori che creano NFT a partire da marchi in licenza o da altre proprietà intellettuali di terzi dovrebbero assicurarsi che i contratti di licenza relativi al marchio o ad altre licenze garantiscano loro diritti che coprano l’intera durata di vita e la funzionalità prevista degli NFT. Tali sviluppatori avranno probabilmente bisogno di licenze che garantiscano loro diritti espliciti, irrevocabili e trasferibili per l’utilizzo dei contenuti di terze parti concessi in licenza nel gioco e (se applicabile) al di fuori della piattaforma in relazione agli NFT.

Framework regolamentare

I player del settore dovranno valutare, altresì, se i loro NFT possono qualificarsi come un prodotto o uno strumento finanziario, uno strumento di pagamento o, ancora, se l’offerta degli NFT o l’erogazione di servizi correlati possa qualificarsi come una forma di custodia o di scambio e quindi comprendere se si tratta di una attività regolamentata.

Difatti, pur se gli NFT non sono – ancora – ad oggi esplicitamente e specificatamente regolamentati, se presentano determinate caratteristiche, potrebbero rientrare nel novero di applicazione della normativa regolamentare finanziaria italiana ed europea. 

Sarà pertanto necessario indagare se, ad esempio, gli NFT de quibus siano qualificabili come “prodotti finanziari”, ossia sarà necessario comprendere se (i) vi è un investimento di capitale, (ii) una promessa/aspettativa di un rendimento finanziario derivante dal capitale investito; e (iii) l’assunzione di un rischio finanziario direttamente connesso e collegato all’investimento. O se – a contrario – si tratta di prodotti di consumo, ossia operazioni di acquisto di beni e di prestazione di servizi che, anche se concluse con l’intento di investire il proprio patrimonio, sono essenzialmente finalizzate a procurare all’investitore il godimento del bene, a trasformare il proprio patrimonio in beni reali in grado di soddisfare direttamente i bisogni non finanziari del cliente.

Se un NFT, ad esempio, rientra per le caratteristiche proprie nella definizione di “prodotto finanziario”, il soggetto emittente dovrà rispettare ulteriori obblighi normativi quali, in caso di offerta al pubblico, la redazione e preventiva approvazione di un prospetto informativo da parte dell’autorità competente, tenendo peraltro in considerazione che la regolamentazione applicabile sarà generalmente quella della giurisdizione in cui vengono venduti gli NFT o erogati i servizi ad essi correlati.

To sum up...

Una realtà corporate che vuole creare un Game NFT, implementando la tecnologia blockchain nel proprio modello di business non potrà che effettuare una attenta valutazione del perimetro operativo degli NFT funzionali alle dinamiche di gioco, nonché effettuare un assessment prodromico al fine di valutare il framework normativo e contrattuale da applicare.

Giulitta Minucci

Giulietta Minucci

Tech Lawyer di The Future Law School

The Future Law School è la scuola che prepara l’avvocato del futuro, quello che sa destreggiarsi fra cyber security, big data, blockchain e tutte le novità del settore, l’avvocato che conosce il proprio valore e sa comunicarlo.