L’intelligenza artificiale è sicuramente la protagonista del 2025, impiegata in diversi contesti e settori, senz’altro offre dei benefici se utilizzata come uno strumento di supporto.
A fare i conti con l’intelligenza artificiale è anche il settore legale, in quanto gli avvocati e i giuristi di oggi non possono ignorarla completamente, poiché rappresenta un valido alleato al quale possono essere affidati i compiti che non richiedono la professionalità del professionista in prima persona. Non è un caso che The Future Law School offra il suo Mastery Program e vari altri servizi per dare agli avvocati di oggi gli strumenti utili per competere al meglio ora e domani.
Tra i vantaggi si possono elencare: una migliore gestione del flusso dei clienti, organizzare gli appuntamenti, il customer care dello studio legale, l’analisi predittiva di alcuni casi legali, ricerca giuridica più rapida; e questi sono soltanto alcuni dei vantaggi che presenta l’AI.
Più del 60% degli studi legali tra Stati Uniti d’America e Europa impiega l’intelligenza artificiale, uno strumento funzionale che consente di risparmiare una delle risorse più preziose che si possiede: il tempo; ma anche il denaro. Uno studio dell’International Bar Association and The Center for AI and Digital Policy ha riportato dei dati molto interessati in un report datato 2024. Per quanto riguarda i piccoli studi, invece, almeno il 32% ha confermato di utilizzare questa tecnologia per il loro lavoro. Utilizzata principalmente in attività come l’amministrazione, sviluppo commerciale, marketing e gestione della conoscenza.
L’intelligenza artificiale per uno studio legale rappresenta dunque un enorme vantaggio competitivo, riuscendo altresì ad andare incontro nel migliore dei modi alle esigenze dei clienti. Tra le attività più semplici che possono essere svolte con il suo uso vi sono: generare documenti brevi, relazioni e analisi di documenti di molte pagine; gestire gli impegni e l’organizzazione del team, o personale; implementare una chat automatica per i clienti, nonché per la stesura e la programmazione delle e-mail.
Questi sono soltanto gli aspetti pratici. Ma la differenza viene fatta anche a livello formativo perché bisogna essere sempre aggiornati in merito alle leggi che regolamentano l’AI e saperla utilizzare correttamente per ottenere dei risultati buoni. Infatti, la supervisione umana è fondamentale per evitare errori di una certa gravità con il rischio di incorrere alle AI Hallucinations, altro non sono che delle vere e proprie allucinazioni. In tal modo i modelli di intelligenza artificiale producono dati che non esistono per una serie di parametri che non sono curati abbastanza.
In ottica di regolamentazione per l’intelligenza artificiale a livello europeo interviene l’AI Act ma anche l’Italia ha fatto un passo avanti con il disegno di legge sull’AI presentato e approvato in Senato il 20 marzo 2025 – scrive Wired -. Il punto cardine attorno al quale gira il Ddl riguarda le disposizioni per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei settori delle professioni intellettuali, ma soltanto a scopo di supporto non con l’obiettivo di sostituire il lavoro umano.
Tra i settori specificamente nominati dal documento approvato dal Senato vi è anche l’attività giudiziaria, al fine di favorire la trasparenza con l’obbligo di installare i server esclusivamente sul territorio nazionale. Ipoteticamente questo permetterà di ridurre ritardi e intoppi legati all’eccesso di burocrazia.
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